Era il 1903, esattamente l'11 Settembre, quando Oreste, all'età di 27 anni, vide per la prima volta la Statua della Libertà.
Sbarcò dalla motonave "Buenos Aires" (con 1.208 passeggeri a bordo, di cui 1.000 di III classe), proveniente da Napoli (dove era in precedenza tornato dopo l'avventura in Siam), ad Ellis Island, questa volta insieme a centinaia di altri emigranti.
Qui, a New York, si fa sul serio. Ci sono già tanti italiani (e non solo loro), la concorrenza è forte e come tutti, comincia facendo il garzone in un negozietto di Little Italy. Però non ha alcuna intenzione di farsi imbrigliare dal giogo delle volgari necessità di sopravvivenza e, mentre lavora, esplora l'ambiente alla ricerca di qualcosa di più adatto alla sua indole intraprendente.
Il tempo scorre ed i mesi e i luoghi corrono sotto le suole delle sue scarpe.
Nel 1910 lo ritroviamo a Detroit nella veste di giornalista all'Italian Tribune of America di Detroit (storicamente nato nel 1909 col nome di Italian Tribune of Michigan, nel '31 il giornale diventò il primo settimanale italiano negli States, edito sia in italiano che in inglese). In virtù di quest'attività, entra in contatto con artisti e produttori dello spettacolo e s'innamora dell'arte cinematografica.
Grazie all'amicizia con gli artisti, viene più volte invitato a partecipare, quasi per gioco e in piccolissime parti, alle produzioni cinematografiche locali; Oreste si rende immediatamente conto di essere tagliato per il cinema in quanto gli riesce in modo del tutto naturale esprimere la sua verve partenopea.
Lavora al giornale e intanto acquisisce le capacità artistiche di cui farà professionalmente buon uso più tardi.
Oreste è uno spirito libero, ma torna sempre a casa! Dopo circa un decennio, consapevole come tutti degli eventi politici che stanno infiammando i paesi europei, raccoglie le sue esperienze e i suoi guadagni e si imbarca per rientrare in Italia.